Sai che il solo pensare male del tuo studente, di un tuo dipendente, di tuo figlio può avere un effetto negativo sui suoi risultati?

Si chiama “Effetto Pigmalione negativo” oEffetto Golem”, secondo cui avere delle aspettative molto basse su qualcuno (o su se stessi) porta ad una performance peggiore della persona.

 “Se tratti una persona per come è, essa rimarrà quella che è, ma se la tratti come se fosse quella che dovrebbe essere, diventerà quella che dovrebbe e potrebbe essere”.                                                                                                               

L’effetto Pigmalione è un meccanismo psicologico che riguarda il ruolo delle aspettative nei confronti di se stessi e degli altri e del potere che hanno nel determinare la realtà. Si tratta di un effetto che è stato studiato nell’ambito scolastico ma che in realtà si applica benissimo anche in ambito familiare e aziendale.

Ma che cos’è l’effetto Pigmalione?

Negli anni sessanta, Robert Rosenthal (professore di Psicologia Sociale ad Harvard) insieme a Lenore Jacobson (maestra di scuola elementare a San Francisco) fece un esperimento per indagare l’effetto dell’aspettativa degli insegnanti sul rendimento scolastico degli allievi. 

Per prima cosa, sottopose un gruppo di alunni di una scuola elementare californiana a un test di intelligenza.

Poi selezionò, in modo casuale e senza rispettare l’esito e la graduatoria del test, un gruppo di allievi dicendo agli insegnanti che si trattava di alunni molto intelligenti, che avevano ottenuto punteggi molto elevati al test di intelligenza, ma che non doveva essere esplicitato ai bambini, i quali dovevano essere trattati esattamente come gli altri.

Rosenthal, dopo un anno, ripassò nella scuola e verificò che il gruppo degli studenti segnalati come più intelligenti (ma in realtà presi a caso) aveva confermato in pieno le sue previsioni: il gruppo ritenuto più intelligente aveva migliorato notevolmente il proprio rendimento scolastico.

Questo significa che il solo pensare a loro, da parte degli insegnanti, in termini particolarmente positivi li aveva profondamente condizionati.

Questo effetto, chiamato “effetto Pigmalione”, si avverò grazie all’influenza positiva degli insegnanti che, convinti della maggior intelligenza dei bambini, li stimolarono in maniera tale da ottenere risultati migliori.

La definizione di “Pigmalione” attribuita da Rosenthal a questo effetto psicologico è stata influenzata dall’omonima opera teatrale del 1913 di George Bernard Shaw, nella quale due personaggi della borghesia inglese scommettono di trasformare una fioraia, di umili origini e priva di cultura e di educazione, in una raffinata donna dell’alta società londinese semplicemente insegnandole l’etichetta e l’accento dei ceti più elevati. Inutile dire che l’esperimento avrà successo e la ragazza entrerà a far parte dell’alta società inglese.

I fattori chiave.

Rosenthal identificò quattro fattori chiave che aiutano a spiegare come funziona l’effetto Pigmalione:

  • Clima– Comportamento caloroso e amichevole
  • Input– La tendenza degli insegnanti a dedicare energie ai propri studenti speciali
  • Risultato– il modo in cui gli insegnanti si rivolgono più spesso a quegli studenti per avere risposte
  • Feedback– fornire risposte più utili agli studenti considerati “speciali”

La ricerca di Rosenthal e Jacobson aprì la strada a decenni di ulteriori ricerche sull’effetto Pigmalione. Nel campo dell’istruzione, infatti, furono poi condotti esperimenti in tutti i livelli di istruzione, compresi i college e le scuole militari, dimostrando come l’effetto Pigmalione si verificava in tutti i gradi e tipi di istruzione.

Non a caso Maria Montessori stabilì proprio una regola deontologica secondo la quale ogni insegnante deve astenersi dal pensare male di uno studente, in quanto anche il semplice pensiero negativo può esercitare un’influenza sfavorevole sul suo rendimento.

“L’effetto Pigmalione” può manifestarsi non soltanto nell’ambito scolastico, ma anche in altri contesti, come in quello lavorativo, nelle aziende, nel rapporto fra capi e dipendenti oppure in quello familiare, nelle relazioni fra genitori e figli e in tutti quei contesti dove si sviluppano rapporti sociali. 

Quindi le aspettative possono condizionare la qualità delle relazioni interpersonali e il rendimento dei soggetti.

La figura del manager ha la possibilità di migliorare e tirar fuori le capacità del dipendente oppure di distruggerle. Il professor J. Sterling Livingston scrisse un articolo per l’Harvard Business Review esponendo proprio questo fenomeno. Secondo lo studio se il manager crede che un suo collaboratore abbia un buon potenziale, lo tratterà secondo tale convinzione, determinando per lui obiettivi ambiziosi, assegnandogli compiti nuovi e stimolanti. Questo creerà un effetto positivo sul dipendente che sentendo attorno a lui un ambiente stimolante finirà per essere più produttivo e più sicuro delle proprie capacità.

Questo processo una volta innescato diventa un circolo virtuoso:

  • Il manager dichiara le sue aspettative creando un clima di supporto
  • Le attese positive creeranno una maggiore fiducia in se stessi
  • Maggiore fiducia porterà maggiore motivazione
  • Questo fattore sarà stimolante e porterà ad una prestazione professionale più efficace.

Lo stesso effetto possiamo averlo al contrario, e prende il nome di “Effetto Golem” che consiste appunto in una diminuzione delle prestazioni causata dal basso livello delle aspettative da parte del leader nei confronti del dipendente. Il lavoratore inevitabilmente si sentirà sfiduciato e le sue prestazioni saranno inferiori alle sue reali potenzialità.

L’effetto Pigmalione non avviene solo tra maestre ed allievi, tra manager e dipendenti, ma anche tra genitori e figli, e non solo con le aspettative positive, ma anche e soprattutto con quelle negative. Senza renderci conto infatti tendiamo a dare per scontato le cose positive e attenzioniamo quelle negative, dando loro più spazio e importanza.

Anche senza parole, l’immagine che abbiamo dei nostri figli arriva a loro, in modo molto sottile. Comunichiamo ciò che pensiamo attraverso la comunicazione para-verbale e non verbale, sguardi, espressioni del volto, tono e volume della voce, linguaggio corporeo …

I bambini interiorizzano i nostri giudizi e si comporteranno di conseguenza.

Come fare per rafforzare l’effetto Pigmalione ed evitare l’effetto Golem?

Il primo passo è prendere consapevolezza dei propri pensieri, dei propri giudizi e pregiudizi, delle proprie convinzioni, delle proprie aspettative in relazione ad uno studente, un dipendente, un figlio e fare attenzione alla comunicazione verbale ma anche a quella non verbale e paraverbale, ovvero al linguaggio del nostro corpo, che trasmette più informazioni di quanto immaginiamo.

Postura, sorrisi, attenzione, ascolto, domande, comunicazione positiva possono essere strategie efficaci per far crescere ed evolvere le persone con le quali entriamo in contatto.

Nei nostri corsi e nelle nostre sessioni di coaching, si approfondiscono e si allenano queste abilità.

Il learning coach® è al tuo fianco per sviluppare ed esprimere a pieno il tuo potenziale di studente, insegnante, leader, genitore.

Maria Grazia De Giovanni, Learning Coach® e docente

 

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