di Luca Morelli, indagine sugli stili cognitivi e sulle modalità con le quali ciascuno stile preferisce apprendere presenta dei risvolti interessanti tanto per gli studenti quanto per gli insegnanti.
Per i primi si tratterà di prendere confidenza con l’auto-osservazione per giungere a stabilire le caratteristiche del proprio lavoro mentale, nonché le preferenze per uno o più stili cognitivi in termini di operazioni e atteggiamenti; mentre per gli insegnanti si tratterà di ripensare criticamente il proprio modo di procedere nel lavoro didattico e la tendenza a preferire alcune impostazioni piuttosto che altre.
In particolare, una maggior consapevolezza metacognitiva circa il proprio funzionamento mentale, permetterà:
- agli insegnanti, di poter avviare interventi mirati per le situazioni talvolta etichettate genericamente come “problemi di apprendimento” e che invece potrebbero celare forti dissonanze di preferenza di stile tra chi insegna e chi deve imparare.
- agli studenti, di poter indagare meglio il loro atteggiamento verso l’apprendimento e la motivazione.
La preferenza per uno stile cognitivo indica il modo naturale con cui ognuno di noi compie determinate attività, cioè le modalità di operazioni mentali prevalenti o preferenziali che l’individuo mette in atto quando apprende (e non solo).
La conoscenza delle proprie preferenze contribuisce alla consapevolezza metacognitiva rendendo note le idee e le conoscenze che l’individuo stesso sviluppa o acquisisce relativamente al proprio modo di apprendere. Quindi, una volta che si è consapevoli è possibile utilizzare al meglio questa conoscenza in funzione dei propri obiettivi.
Secondo lo scienziato Paul Donald MacLean il nostro cervello è tripartito, composto da più parti: un cervello arcaico o rettile (istinti); un cervello limbico (risponde all’emotività, sensibile al piacere e alla ricompensa, all’abitudine); la corteccia cerebrale (coscienza e linguaggio. Area della riflessione, del ragionamento, della scelta, dell’innovazione).
Distinguiamo poi il cervello sinistro (elaborazione logica, razionale, anche pratica) ed il cervello destro (tratta contenuti visivo spaziali; elaborazione creativa, relazionale).
La parte superiore del cervello, detta corticale, elabora i pensieri, mentre la parte inferiore, detta basale, presidia i sentimenti. Dall’incrocio di queste polarità si rilevano i quattro stili cognitivi: analitico, strutturale, sociale, concettuale.
A ciascuno stile / preferenza sono associate delle qualità che lo caratterizzano:
- Corticale sinistro (analitico), pensiero della logica; deduzione logica, analizzare, dare rilievo ai fatti, gusto per la tecnica, essere dotati per l’analisi astratta.
- Limbico sinistro (strutturale), pensiero dell’ordine: essere coscienziosi, organizzare, pianificare, controllare, realizzare, applicare.
- Limbico Destro (sociale), pensiero delle emozioni: essere sensibili, empatici, entusiasti, aperti, avere gusto per i contatti umani.
- Corticale Destro (concettuale), pensiero dell’intuizione: creare, immaginare, avere intuizione, vedere l’avvenire, prendere delle iniziative.
In riferimento all’apprendimento, la preferenza per uno stile si può tradurre con queste aspettative:
- Analitico: preferirà svolgere analisi mentale.
- Strutturale: preferirà fare.
- Sociale: preferirà vedere ed essere coinvolto
- Concettuale preferirà sperimentare, provare anche nuove modalità.
In pratica, ciascuno è in grado di utilizzare tutti gli stili cognitivi ma alcuni di questi vengono più naturali di altri. Infatti, ognuno ha un livello di “comfort” naturale per ogni stile cognitivo ed agire al di fuori del livello di comfort richiederà più energia e risulterà più faticoso.
Di conseguenza, una volta che si è consapevoli delle proprie preferenze si può decidere in che modo trasmettere il contenuto, tenendo conto che per comunicare in modo efficace occorre utilizzare linguaggio e modalità anche al di fuori delle proprie preferenze. Lo sforzo per uscire dalla zona di comfort permetterà di aumentare l’efficacia dello stile comunicativo personale.
La figura del Learning coach®, che integra le competenze del coach con quelle di esperto dei processi di apprendimento, può facilitare efficacemente anche il lavoro degli insegnanti che desiderano incrementare l’efficacia della propria mediazione didattica attraverso la conoscenza dei propri stili cognitivi e la loro applicazione ottimale in classe.
Luca Morelli – Coach accreditato ACC di ICF, Learning Coach®, Associate di Emergenetics ®
Riferimenti bibliografici
“Apprendere con stile”, di Cantoia, Carruba, Colombo, Edizioni Carocci Faber 2004
Master in Learning Coaching ® di Mattoni Daniele
Il Modello Emergenetics ® e le sue applicazioni