Arti visive e Learning Coaching: come un quadro può allenare l’apprendimento e le life skills.

di Tiziana Rubano

Quando nell’ambito scolastico si parla di arte visiva solitamente si fa con l’intenzione di sottolineare l’importanza di continuare a trasferire contenuti legati all’argomento (per esempio attraverso l’insegnamento della storia dell’arte) e di allenare all’esercizio di forme d’arte come la pittura, la scultura e il disegno utili a sviluppare capacità manuali fortemente a rischio nell’era 4.0. Nelle aule di formazione manageriale invece è ormai uso comune lavorare con le immagini per stimolare il pensiero creativo e la capacità di problem solving. Solitamente si tratta di foto, cartoline, carte dixit; da pochi vengono utilizzate raffigurazioni di quadri o affreschi noti o meno noti. Tutti gli scopi, i metodi e gli approcci in cui l’arte è protagonista sono nobili ma spesso si dimentica un’altra grande possibilità insita in ogni opera figurativa al di là del periodo storico di riferimento, dello stile o delle reazioni soggettive del fruitore: insegnare a pensare in maniera profonda. In altre parole a riflettere, ragionare, osservare, analizzare. Attività che se vengono condivise e facilitate in gruppo allenano al tempo stesso il dialogo costruttivo, l’assertività, il pensiero laterale.

L’arte è pensiero prima ancora di emozione. È pensiero di chi crea e stimolo per chi osserva. È tentativo di suscitare domande e rifiuto per le risposte certe. È un’occasione unica di crescita individuale e di gruppo. Un dipinto, un’immagine, una scultura toccano le leve dei ricordi, delle esperienze, del vissuto del singolo dunque possono commuovere Tizio e non Caio ma in entrambi gli individui si genera comunque un pensiero, un’opinione, un’idea da trattare come materiale prezioso così come si propone il Learning Coaching applicato all’arte figurativa. Un metodo con finalità didattiche certamente adatto a percorsi specifici legati all’arte, alla storia, alla filosofia o alla materie umanistiche in genere ma non solo.

Gli ambiti di applicazione, infatti, sono molti e diversi dal momento che questa linea di intervento del Coaching si concretizza ponendo gruppi di persone (bambini, adolescenti o adulti) di fronte ad un’opera figurativa con l’intenzione di creare un terreno fertile per la messa in circolo di pensieri su cui lavorare utile per la coscientizzazione del singolo e del suo rapporto con l’altro. Un ambiente privo di giudizio, ove scambiare impressioni e conoscenze facilitate da un coach, in cui ognuno può sentirsi libero di dichiarare cosa vede, prova, pensa circa l’immagine constatando e accogliendo il pensiero diverso dell’altro in un continuo allargamento del punto di vista. La fruizione dell’opera diventa quindi momento esperienziale per allenare il pensiero critico, indispensabile nello sforzo di decodificare la propria percezione mediante il racconto, il pensiero laterale stimolato dalla presenza degli altri con spunti e visioni diverse, lo spirito collaborativo, l’ascolto, la capacità analitica e di osservazione. In sintesi molte delle ormai note life e learning skills.

Un approccio creativo, stimolante e arricchente da utilizzare a scuola come in azienda, in un laboratorio per bambini come in un team building. Un punto di partenza che può portare a risultati imprevedibili come la creazione di un’opera collettiva.

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Tiziana Rubano, Coach ACC, Formatrice, Learning Coach®