di Sara Labanti

Un caso pratico di Learning Coaching per affrontare la sfida della nuova “normalità”

Al passo con il futuro

Dalla recente analisi del Word Economic Forum metà dell’intera forza lavoro prossimamente dovrà adeguare le proprie skills per tenere il passo e rimanere competitiva in un mercato che, sotto la spinta della digitalizzazione, si sta evolvendo in modo sempre più veloce. Di conseguenza Apprendimento Attivo e Strategie di Apprendimento vengono citate al secondo posto tra le 10 competenze più importanti per emergere nell’arena economica di oggi e domani.
È evidente quindi che ciò su cui è più importante investire non è tanto l’acquisizione del sapere, ma l’agilità di apprendimento: la capacità di continuare ad imparare costantemente da se stessi, dagli altri, da ciò che ci circonda.

Contesti formativi tradizionali e Learning Coaching

In questo scenario il mondo della formazione scolastica/accademica basato sull’approccio prima ti insegno, poi tu memorizzi, poi puoi fare rivela tutta la sua distanza rispetto alle esigenze dell’attuale mondo del lavoro.

Per questo la figura del Learning Coach colma un divario importante attualmente presente nel sistema. Il Learning Coach infatti non è un esperto dei contenuti, ma del processo, e supporta persone e organizzazioni nello sviluppare un mindset di crescita e di apprendimento contino.

Laboratorio di Learning Coaching presso Business School: un caso pratico

Nelle Business School i giovani che vogliono inserirsi nel mondo del lavoro, ma anche coloro che vogliono affrontare un cambiamento professionale e raggiungere nuovi obiettivi, devono acquisire, più che un set di competenze specialistiche, quell’approccio agile che li supporterà nel cammino di formazione continua che sono chiamati ad intraprendere.

E qui interviene il ruolo strategico del Learning Coach.

Lo scorso giugno ho condotto un laboratorio di Learning Coaching di gruppo presso il Master di Gestione Risorse Umane di Make it So.

Il fil rouge del laboratorio è stato proprio quello di prepararsi alle sfide della nuova “normalità” del lavoro accedendo alle proprie risorse interne e sviluppando strategie personalizzate per ciascun partecipante.

Grazie a questo percorso sono emerse due grandi risorse interne che tutti possediamo: i nostri talenti e la nostra neuroplasticità.

Con gli studenti è emerso che, se sviluppare un’attitudine all’apprendimento continuo può farci sentire degli eterni esordienti, non dobbiamo dimenticare i nostri doni personali, le cose che naturalmente sappiamo fare bene.

Sviluppare una nuova competenza sulla base di un allineamento al proprio talento consente di raggiungere l’obiettivo in modo molto più motivante e sostenibile.

Prendere consapevolezza dei propri talenti, quindi, non significa affatto fermarsi, quanto piuttosto rafforzarli e valorizzarli costruendo processi di apprendimento autodiretti.

E qui veniamo alla seconda risorsa disponibile per tutti noi: la neuroplasticità. Grazie a questo elemento il nostro cervello è capace di modificare costantemente la propria struttura in favore del nostro sviluppo cognitivo. Siamo quindi geneticamente predisposti per l’agilità tanto richiesta e auspicabile nel contesto in continua evoluzione in cui ci troviamo.

Affinché però questa agilità possa effettivamente manifestarsi è necessario adottare quello che la pedagogista Carol Dweck definiva un Growth Mindset.

Con gli allievi del Master abbiamo allora svolto una serie di attività affinché ognuno potesse sviluppare questo mindset dandosi dei propri obiettivi di apprendimento.

In questa fase la funzione del Learning Coaching è stata quella di portare alla luce come i risultati che otteniamo nel percorso di apprendimento non siano dei giudizi sulla nostra identità. Un errore, un fallimento sono delle informazioni utili per correggere il tiro e quindi uno stimolo a ritentare. Adottare di contro un Fixed Mindset vuol dire giudicarsi capaci o non capaci sulla base dei risultati ottenuti, pertanto la battuta di arresto produrrà un’interruzione nel percorso di apprendimento.

Troppe penne rosse a scuola ci hanno impedito di sviluppare un Growth Mindset privandoci del contributo benefico dell’errore. La buona notizia è che proprio in virtù della neuroplasticità questo mindset può essere aggiornato!

In sintesi da questa esperienza di laboratorio alla Business School un Learning Coach:

  • facilita la consapevolezza sui propri talenti
  • supporta nella definizione e pianificazione di obiettivi di apprendimento motivanti e sostenibili
  • rafforza il Growth Mindset depotenziando i meccanismi improduttivi legati ad una mentalità fissa
  • Fa emergere strategie per sviluppare la Learning Agility

Ora questi studenti, grazie alla potenza del Learning Coaching, sono corazzati per affrontare le sfide del mercato del lavoro.

Sara Labanti
LearningCoach®, Career & Business Coach.